San Gennaro, la notizia ha sconvolto tutti i napoletani. E adesso i fedeli temono l’infausto presagio

Non si è sciolto il Sangue del Santo nella cerimonia del “miracolo laico” di dicembre che ricorda quando il prodigio fermò l’eruzione del Vesuvio nel 1631. E adesso i fedeli temono l’infausto presagio

In altri tempi sarebbero già iniziati i riti di espiazione. Il santo ha negato il miracolo al suo popolo

Il sangue di San Gennaro non si è liquefatto. A Napoli, questo non è buon presagio.

E’ l’ultimo rito d’autentica paganitas, di partecipazione antica e popolare alla fede e alla spiritualità. Si tratta forse dell’ultima testimonianza di un mondo davvero tradizionale che è cambiato troppo in fretta per riconoscere il suo passato e del ritratto di una devozione che non c’è più. Il miracolo del santo patrono di Napoli, San Gennaro, nonostante tante accuse, polemiche, studi e a volte calunnie e (soprattutto) nonostante la secolarizzazione incontrovertibile della religiosità, più orientata alle vicende del mondo che a quelle dello spirito, è tra le pochissime reliquie che dal vecchio mondo rurale e contadino sono transitate nella nostra modernità.

Lo scioglimento del sangue custodito nell’Ampolla conservata al Duomo è prodigio che si verifica tre volte l’anno. Si inizia in primavera, il primo sabato di maggio, come una benedizione dei campi e una predizione sull’andamento del raccolto, poi il 19 settembre, in occasione della festa a lui dedicata. Infine il 16 dicembre, in ricordo del miracolo che fermò l’eruzione del Vesuvio salvando Napoli da distruzione certa, nel 1631. Quando il Santo non ha concesso al popolo la sua benedizione, mediata nel miracolo del suo stesso Sangue, è sempre accaduto qualcosa di brutto.