di Giovanni Pecora *
(Nostra inchiesta – 2ª puntata)
Facebook ha appena annunciato che sta per rendere disponibile un nuovo pulsante attraverso il quale gli utenti del social network possono segnalare le notizie ritenute false. Si tratta di una decisione molto attesa, soprattutto dopo le accuse di disinformazione avanzate nei confronti del social network nel corso della campagna elettorale per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti.
A venire testato nei prossimi giorni sarà quindi un nuovo pulsante (lo chiameranno “Disputed” (in contestazione), “Fake” (falso), o addirittura “Hoax” (“bufala”), o sarà regionalizzato nelle diverse lingue, come il “Mi piace”?) che consentirà agli utenti di segnalare una notizia come falsa.
Come ovvio, però, non saranno gli iscritti a dare la misura di cosa è vero e cosa no, dal momento che, in questo modo, si risolverebbe tutto in una rissa senza fine, a colpi di segnalazioni, tra soggetti di diversa fede politica o altro. Le segnalazioni, a quanto pare, verranno elaborate da organizzazioni dedicate al fact-checking in linea con l’International Fact Checking Code of Principle, stilato dal Poynter Institute; in particolare, Facebook si servirà di organizzazioni come Abc News, Politifact, FactCheck e Snopes: almeno due di loro dovranno segnalare un problema per “marchiare” le notizie come “contestate”.
Rimane il dubbio, lanciato proprio sui social subito dopo l’uscita della notizia: ma è vero che il “Poynter Institute” scelto da Facebook per decidere quali sono le notizie false, è finanziato da George Soros? Questa notizia molto importante è uscita sul famosissimo sito americano Breitbart.com, molto vicino al nuovo presidente USA Donald Trump: “George Soros Finances Group Helping Facebook Flag ‘Disputed’ Stories” (che vi invitiamo a leggere qui).