Terrorismo, Tonelli (Sap): Berlino come Parigi, i mercatini di Natale come Charlie Hebdo. Ma qualcosa è cambiato

(AGENPARL)- Roma, 22 dic 2016 – La situazione dell’apparato della sicurezza non è delle più rosee, questo lo sappiamo, ma oggi siamo in presenza di un quadro completamente diverso. La congiuntura degli ultimi tre anni Alfano-Pansa, ha fatto sì che il comparto sia stato indirizzato verso un declino e una rottamazione veramente fatale. Oggi le cose sono diverse, soprattutto dopo queste ultime elezioni, perché il risultato che ha bocciato le politiche di governo è stato condizionato in maniera importante dal settore della sicurezza, percepito al primo posto dai cittadini. E’ chiaro quindi che, mentre in passato avevamo due persone che hanno fatto di tutto per affossare l’apparato (una per nulla autorevole, il ministro Angelino Alfano e una di scarsa volontà, l’ex capo della Polizia Alessandro Pansa), oggi ne abbiamo altre due che possono convincere il governo ad allentare i cordoni della borsa. L’attuale capo della Polizia Franco Gabrielli è una persona con un curriculum di tutto rispetto: è stato ai servizi, alla protezione civile e viene dai ranghi della Polizia di Stato e non ha bisogno di ingraziarsi l’attuale governo per ottenere poltrone, visto che ha davanti altri 10 anni di servizio. Il ministro dell’Interno Marco Minniti, già Vice Ministro è persona di grande competenza nel settore. Spero perciò vivamente che questi due soggetti avranno la capacità di convincere il governo a investire sul settore della sicurezza anziché puntare sul metodo Lauro, 80€, bonus giovani e molti altri. Si tratta di recuperare organici, equipaggiamenti e formazione. Il ministro ci ha convocati settimana scorsa e vorrebbe incontrarci ogni mese riuniti a un tavolo permanente di confronto. E’ molto positivo perché questo dimostra la volontà di assumersi le responsabilità conseguenti. Fa ben sperare l’autorevolezza degli interlocutori e spero che convincano il governo a non tagliare ulteriormente in questo ambito e in settori fondamentali per il Paese e la ripresa. La speranza, per quanto non siamo preservati da rischi, è quella che nei primi mesi dell’anno prossimo ci possano essere finalmente spiragli e che l’impegno del Sap, compreso il mio sciopero della fame, abbia determinato il cambio di direzione che il Paese attende nelle politiche della sicurezza e dell’immigrazione.

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