Detenuto trovato morto in cella, sangue e lividi sul corpo

Una morte sospetta con una versione ufficiale che non sta convincendo i parenti della vittima. Alessandro Landi, salernitano di 36 anni, è stato trovato morto all’interno del bagno della cella in cui era detenuto. L’uomo era stato arrestato a settembre nell’ambito del blitz anti-droga “Italo”. Da tre mesi era detenuto, in attesa di processo, nella casa circondariale di Salerno-Fuorni.
Il cadavere è stato trovato all’interno del bagno della sua cella. La salma è stata messa a disposizione della magistratura, l’autopsia aiuterà a stabilire le cause del decesso. Per ora c’è un’ipotesi ufficiale: la morte sarebbe avvenuta per infarto. Una ricostruzione che non ha convinto per nulla i famigliari della vittima.

Alessandro Landi era stato arrestato durante il blitz Italo, insieme ad altri giovanissimi che, suddivisi in gruppo, detenevano il controllo dello spaccio a Salerno.
Landi, secondo le accuse della Procura, faceva parte del gruppo riconducibile ad Emanuele Barbone.
Sono stati gli agenti di turno a ritrovare il trentaseienne ormai già morto: è stato infatti rinvenuto seduto sul wc della cella, appoggiato su se stesso. Una posizione che ha immediatamente insospettito uno degli agenti, il quale si è avvicinato per accertarsi sulle condizioni dell’uomo. Troppo tardi, Alessandro Landi era già morto, ogni tentativo di soccorso si è rivelato inutile.
Alcuni lividi e un grumo di sangue sul labbro rivenuti sulla salma del detenuto hanno insospettito i genitori, che hanno presentato un esposto presso la Procura di Salerno, che ha aperto un fascicolo. Per ora, sono stati iscritti sul registro degli indagati i due medici dell’Asl G.B., 33 anni di Battipaglia, e N.C., 33 anni di Pagani, entrambi di guardia al carcere di Fuorni. In attesa di ulteriori sviluppi.

Riccardo Ghezzi
Salerno, 30/12/2016