Lo stanzone al pianterreno ha cominciato ad animarsi dopo il silenzio di ieri. Il figlio dei coniugi Parete ha scherzato per tutto il pomeriggio, mentre Giampiero guardava e riguardava il video del suo salvataggio e Adriana veniva fatta riposare nascosta da un paravento. Intanto l’atrio del Santo Spirito diventava un alveare. La direzione dell’ospedale si preparava a ricevere i sopravvissuti e al tempo stesso era costretta a fare le veci del prefetto con i familiari delle persone scomparse, che chiedevano notizie, sorprese da un’ondata di entusiasmo che non rifletteva il loro stato d’animo. C’era quasi un aspetto crudele, nella gioia di pochi e nella disperazione degli altri. Sono state trovate altre cinque persone, che passeranno un’altra notte nelle rovine dell’hotel, ma si possono ormai definire salve. Il prefetto legge i loro nomi nell’atrio, premettendo che hanno tutti dato «risontro vocale». Giampaolo Matrone, un turista romano. Francesca Bronzi e il fidanzato Stefano Feniello, appena arrivati per festeggiare il compleanno di quest’ultimo. Giorgia Galassi e Vincenzo Forti, universitari di Giulianova.
Le voci sotto la neve
Il figlio del poliziotto e della impiegata di Osimo ha raccontato ai barellieri di avere sentito le voci dei genitori. Nel pomeriggio l’attesa per il suo arrivo e quello degli altri due bambini sembra non finire. L’elicottero che non può volare al buio, la strada accidentata. Sono dettagli. Ce l’hanno fatta, conta solo questo. L’infermiera che porta un enorme vassoio con patatine e altri dolci presi al bar aziendale ha un sorriso che le va da un orecchio all’altro. Certe volte sembra che la vita non abbia senso. Ma vale la pena di sperare, sempre.
Roma, 21 gennaio 2017
fonte Corriere della Sera