CHI AMA ROMA STA CON LA POLIZIA
In un editoriale del direttore de il Tempo, Gian Marco Chiocci, un appello al ministro Minniti a sostenere l’adozione delle telecamere sulle divise, nelle celle di sicurezza e sulle volanti, “unico mezzo super partes per punire chi trasgredisce davvero”, e ad abbandonare l’idea dei numeretti sulle divise, “uno dei cavalli di battaglia del nefasto partito dell’Antipolizia”.
Il Tempo – A ventiquattr’ore dalla sfilata dei black bloc nella Capitale ci rivolgiamo al signor ministro dell’Interno poiché lo sappiamo vicino a polizia e carabinieri e ben addentro alle questioni riguardanti la sicurezza e l’ordine pubblico. Ci rivolgiamo a Lui perché in queste ore calde, ad altissima tensione, siamo rimasti sorpresi dal suo appoggio a uno dei cavalli di battaglia del nefasto partito dell’Antipolizia che dentro e fuori il parlamento, anche nel suo partito, conta purtroppo numerosi iscritti.
Ci riferiamo al primo via libera per i numeri identificativi sui caschi degli agenti (per ora riferito ai reparti, prossimamente saranno «personali») , ovvero i cosiddetti codici alfanumerici che di fatto rendono i servitori dello Stato riconoscibili e dunque soggetti a false denunce da parte di quegli infami che non pagano mai per i danni che fanno alle cose pubbliche e alle persone in divisa.
Ci riferiamo all’emendamento di governo, presentato in gran silenzio in commissione Affari costituzionali, che di fatto spiana la strada a un’infinità di procedimenti penali e vendette ideologiche in danno di gente che rischia la pelle per 1.200 al mese e che davanti alla parola del teppistello di turno potrà far poco o niente per difendersi. A meno che il governo non appoggi con eguale enfasi la proposta che avanzano da tempo i poliziotti, e cioè l’applicazione sulle divise, nelle celle di sicurezza, a bordo delle volanti, di piccole telecamere. Una forma di autotutela per chiunque finisce registrato, presunto aggredito e presunto aggressore, l’unico mezzo super partes per punire chi trasgredisce davvero. Converrà pure il ministro come sia questa l’unica forma di garanzia bipartisan.