Ora siamo al pianto del coccodrillo. Al senno del poi. Alle recriminazioni. Più prosaicamente, si dovrebbe ammettere che siamo alla solita roulette della giustizia. Le caselle in base alla geografia. A Milano, con ogni probabilità, Castagnacci sarebbe rimasto dentro perché così si fa quando qualcuno viene pescato con sostanze diverse.
A Roma è andata in un altro modo e ci possono essere mille ragioni per comprendere l’operato del magistrato: le prigioni sono strapiene e le leggi svuotacarcere si susseguono; ancora gli arresti domiciliari sono un’ipocrisia perché non ci sono mezzi per controllare chi non dovrebbe lasciare il guscio. Ragioni culturali, organizzative, una diversa sensibilità: l’errore in Italia atterra sempre morbido su una coltre di alibi, di abitudini, di norme che affermano tutto e permettono il contrario di tutto. Non meravigliamoci se poi Angelo Mascolo, non un signor nessuno ma un giudice di Treviso, dichiara serafico: «Lo Stato non c’è. D’ora in poi giro armato». La sentenza, questa volta, è inappellabile.