Sale il magma sotto Pozzuoli, nel cuore della caldera del supervulcano dei Campi Flegrei, il più grande e pericoloso d’Europa, un indice di esplosività di sette su una scala di otto, un’eruzione 39mila anni fa che spedì la sua cenere fino in Groenlandia e contribuì all’estinzione dei Neanderthal.
Ora, rivela Repubblica, la paura cresce. I segnali non sono ancora così gravi da far prevedere una eruzione imminente, ma l’allarme per quel magma che sta risalendo e che sembra aver formato un bacino sotterraneo di 3-4 chilometri di diametro a 3 chilometri di profondità, esiste eccome.
I segnali – Le fumarole sono aumentate di temperatura e portata, “il volume delle emissioni è cresciuto di 3-4 volte negli ultimi dieci anni, soprattutto a Pisciarelli, e i gas si sono riscaldati di 4-5 gradi”, spiega Francesca Bianco, direttrice dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Continua Riccardo Lanari, direttore dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente Irea del Cnr: “Abbiamo iniziato le misurazioni negli anni ’90.
E a Pozzuoli abbiamo registrato un rigonfiamento di 25 centimetri”. E’ uno dei segnali dell’ attività vulcanica in corso, come l’aumento del rapporto fra anidride carbonica e acqua nelle fumarole. “La risalita del magma è iniziata intorno al 2000-2005 – prosegue Bianco – a partire da una camera più profonda, a circa 8 chilometri”.
Difficile sarà dare l’allarme: “Sapere quando avverrà un’eruzione non è facile. Fra la nostra incapacità di prevedere i terremoti e la nostra capacità di prevedere il meteo di domani, i vulcani sono a metà strada, un po’ spostati verso le difficoltà dei terremoti. Ma più la lista delle anomalie si popola, più l’incertezza delle previsioni si riduce”.
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