Igor il russo, parla una vittima: “Cosa non dovete fare mai davanti a lui”

Questo era il 2010, 7 anni dopo si cerca ancora un fuggitivo.
«È intollerabile che qualcuno, non stiamo parlando di un delinquentello seriale, possa essere arrestato, liberato, farla franca, essere recidivo nel 2010 e con due decreti di espulsione sia ancora a spasso. Tutto questo ci insegna che le forze di polizia fanno il loro dovere, che i criminali li prendono, ma sono le regole a non funzionare. Non solo non c’ è certezza della pena ma queste pene sono troppo lievi. Una persona del genere deve stare in carcere a vita. Altrimenti la sensazione diffusa tra le persone è che lo Stato non sia autorevole. Ecco perché la gente poi vuole difendersi da sola».

I suoi concittadini hanno affermato di avere la sensazione di ‘vivere in un film’. Hanno paura? Sono aumentate le richieste di porto d’ armi?
«Grazie al cielo no, è una comunità che sa reagire. I furti negli ultimi tre anni sono calati ma come Comune ci siamo dovuti muovere in autonomia. Paghiamo lo scotto di un cambiamento sociale che la politica non ha saputo affrontare, fatto di quartieri isolati e mal illuminati e di una società cambiata. Ad Argenta, da tre anni, il Comune si fa carico delle spese di installazione degli impianti di sicurezza. Ogni cittadino può sottoscrivere un’ assicurazione privata, versando una somma irrisoria di 26 euro, che copre per 1.000 i danni all’ abitazione e 1.500 per la refurtiva».

Nel suo Comune a Molinella, non più di una quarantina di chilometri quadrati, si stanno concentrano le ricerche del fuggitivo. Perché secondo lei è così difficile scovare un uomo solo e pure ferito?
«Per chi le conosce non sono zone impenetrabili ma sicuramente hanno una morfologia strana che permette ad un fuggitivo di nascondersi bene. Oltretutto Vaclavic conosce bene la zona. I fatti e la cronaca ci dimostrano che la sua latitanza l’ ha trascorsa qui, il luogo che conosce più di tutti. È qui da qualche parte».

di Chiara PellegriniLiberoQuotidiano