Venezuela nel caos: 26 morti in 20 giorni, si muove il Vaticano

Le vittime sono due studenti che partecipavano alle manifestazioni contro il governo. Intanto il Consiglio permanente dell’Osa convoca un vertice scatenando la reazione di Caracas

La crisi del Venezuela sembra divampare. Altri due giovani sono morti negli scontri di piazza. E intanto Nicolas Maduro dispone l’abbandono del Paese all’Organizzazione degli stati americani, dopo la convocazione di un vertice straordinario di ministri degli Esteri sulla situazione venezuelana.

Le due nuove vittime sono Christian Ochoa, un ventuduenne ferito da spari di arma da fuoco lunedì scorso a Valencia, capitale dello stato di Carabobo (nel centro-nord del Paese) e Juan Pablo Pernalete, un ventenne raggiunto in faccia da un lacrimogeno a Caracas. Nella capitale l’opposizione aveva convocato una nuova marcia verso la sede dell’ufficio dell’Ombudsman, nella zona ovest di Caracas, ma si è vista impedire il passaggio – per sesta volta consecutiva – da unità antisommossa della polizia e della Guardia Nazionale.

Nicolas Maduro è sotto assedio su tutti i fronti. Mentre nelle piazze del Venezuela proseguono le proteste antigovernative – nelle quali oggi sono morte altri due giovani, portando il totale a 28 vittime – l’Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha convocato un vertice straordinario di ministri degli Esteri sulla situazione in Venezuela, decisione alla quale ha fatto seguito l’annuncio di Caracas del suo ritiro da questo organismo regionale.

Il livello di tensione è sempre più alto. L’Assemblea Nazionale – controllata dall’opposizione – esige il riconoscimento formale che la sentenza (poi ritirata) con la quale la Corte Suprema si è attribuita i poteri del Parlamento costituisce una violazione della Costituzione. Sarebbe una motivazione sufficiente per chiedere poi la destituzione dei magistrati che l’hanno sottoscritta. Ma la richiesta non ha trovato spazio.