Rigopiano, il papà di Stefano: polemica con la fidanzata del figlio e i vigili del fuoco

Dopo che la Procura di Pescara ha reso noti i nomi dei sei indagati per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose (il presidente della Provincia Antonio Di Marco, il dirigente delegato alle Opere pubbliche Paolo D’Incecco, il responsabile della Viabilità provinciale Mauro Di Blasio, il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, il geometra comunale Enrico Colangeli e il direttore del resort Bruno Di Tommaso) una delle reazioni più dure è stata quella di Alessio Feniello, papà di Stefano, il 28enne che era in hotel con la sua fidanzata, Francesca, per festeggiare anniversario e compleanno di lui. Oggi l’uomo ha spiegato le sue ragioni: “Sei sono pochi. In quell’elenco devono figurare anche il Prefetto, il presidente della Regione e la sottosegretaria Chiavaroli. Per me hanno responsabilità non indifferenti. Io stesso ho consegnato un esposto dettagliato in Procura in cui ho circostanziato quali sono queste responsabilità”.

E poi ne spiega il motivo: “Il prefetto mi ha comunicato che mio figlio era vivo. Nessuno mi ha detto chi ha dato loro il nome di mio figlio, nessuno mi ha detto chi lo ha inserito in quell’elenco. La sottosegretaria Chiavaroli disse a mia moglie: “Suo figlio è riscaldato e alimentato, stia tranquilla. Ci sono dei problemi e stanno facendo di tutto”. Ho fatto un esposto contro di loro e anche contro la Protezione civile. Mi sembra strano che non siano indagati. Anche il Prefetto aveva il potere di evacuare l’hotel. Poteva salvare quelle persone, mandare esercito, elicotteri. Lui è la massima autorità”.

Non manca poi una polemica con i parenti delle altre vittime (“Nessuno ha il coraggio di esporsi, sono l’unico a farlo”) e con Francesca, la fidanzata del figlio che si salvò dalla catastrofe: “Per ora non ci sentiamo. Il giorno della cremazione di Stefano lei e la sua famiglia erano tutti a Firenze a ringraziare e festeggiare i vigili del fuoco. Ma per me i vigili non vanno ringraziati. A mio parere hanno fatto soltanto il 30 per cento per quanto riguarda la questione di Stefano. E comunque, se pure avessero fatto l’altro 70 per cento, sono pagati per fare quello, fanno soltanto il loro lavoro. Posso ringraziare i volontari, invece: loro si comprano pure le divise”.

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