Paolo Beber, ribadisce il suo avvocato, sta soffrendo molto questo distacco perché Orso è la sua unica famiglia, ora che non è più un senza fissa dimora e abita presso una casa Itea. Anche nelle scorse ore, sulla sua pagina Facebook, l’uomo aveva chiesto aiuto, invitando tutti a raggiungerlo alla Bolghera. Qui però l’ex senzatetto non si sarebbe fermato più di qualche minuto, trincerandosi poi in casa. Vani anche i tentativi di raggiungerlo telefonicamente, tant’è che gli amici sono tutti preoccupati.
L’altra notte, un’amica è riuscito a chiamarlo, poi ha raccontato agli altri: “Mi ha risposto dalla finestra incavolato perché gli ho rotto le scatole all’una di notte. Gli ho detto che siamo tutti preoccupati ma ha detto che non gli interessa nulla. Per me sta male”. Altri amici gli spiegano che sono dalla sua parte: “Vogliamo aiutarti, rispondi al telefono”.
La parola passa ora al suo avvocato, che presenterà istanza in tribunale, ma la riunione di Paolo Beber e del suo amico Orso non sarà semplice: “Lavoreremo per riunire Orso con Paolo, dimostrando che non ci sono i presupposti giuridici per sequestrare il cane, perché non è corretto supporre che quel cane sarebbe stato usato come arma, è noto a tutti come come pacioccone”. Prima di Orso, per tredici anni l’uomo ha avuto un altro cane, Onny, mentre quest’ultimo non ne ha neanche quattro: in entrambi i casi, sono stati inseparabili amici di Paolo Beber.