Nella gara per l’acquisto di 2.300 giubbotti antiproiettile la stazione appaltante di fatto si appoggia all’aggiudicatario di un’analoga gara bandita dal Comando generale della Guardia di Finanza. Dove sta il problema? A detta dell’Anac il criterio d’urgenza che ha permesso al Viminale di bypassare la gara non c’era affatto: è vero che le piastre balistiche scadevano il 31 dicembre del 2014 ed era necessario provvedere tempestivamente alla sostituzione, ma il ministero sa benissimo che scadono ogni 10 anni e dunque sa anche quanti capi deve sostituire ogni anno.
“All’epoca mancavano i fondi”, ribatte l’amministrazione. L’Anac replica che la “estrema urgenza” deriva solo dall’inadeguata programmazione della spesa. Peraltro il Codice dei contratti pubblici consente, in particolari circostanze, di evitate la gara, “ma non di affidare una fornitura ad un operatore economico precedentemente selezionato da un soggetto terzo”. Perché? Perché così facendo gli obblighi di garantire libera concorrenza, parità di trattamento, trasparenza e bla bla bla finiscono in capo a un’amministrazione diversa da quella effettivamente titolare dell’appalto: insomma la stessa legittimità e regolarità delle procedure viene appaltata, per proprietà transitiva.