Ricapitolando, se si ha il sospetto di aver ricevuto lo stipendio in ritardo, per stabilire qual è il termine entro cui va versata la busta paga bisogna far riferimento al contratto collettivo nazionale di lavoro o, in assenza, agli accordi aziendali. Se in nessuna di tali fonti è stabilita la data di pagamento dello stipendio, questo va accreditato alla fine di ogni mese, ossia il 30 o il 31.
Che fare se lo stipendio viene pagato in ritardo?
Le soluzioni per ottenere il versamento dello stipendio devono essere valutate secondo una logica di conflittualità “crescente” per non accentuare il contrasto con l’azienda che potrebbe pregiudicare inutilmente il rapporto. È quindi opportuno (ma non giuridicamente necessario) seguire i seguenti passi, secondo questa scala:
sollecito di pagamento bonario inviato con raccomandata a.r. o pec (posta elettronica certificata). Meglio se a spedire la lettera è il dipendente che dovrà ricordare all’azienda di non aver ricevuto il versamento dello stipendio;
lettera di diffida a firma dell’avvocato con preavviso di azioni legali, inviata con pec o con raccomandata a.r.;
conciliazione presso la direzione territoriale del lavoro. Si può optare per il cosiddetto «tentativo di conciliazione monocratico» che è rivolto a sollecitare un’ispezione all’azienda. Questo procedimento, gratuito, può essere attivato direttamente dal lavoratore senza assistenza di sindacati o avvocati. È sufficiente recarsi alla Direzione del Lavoro e presentare l’esposto all’ispettore il quale convocherà l’azienda e tenterà di definire la morosità con un incontro tra le parti. In alternativa è possibile procedere a una richiesta di conciliazione in presenza dei sindacati del lavoratore e dell’azienda; il verbale è titolo esecutivo, ma non comporta sanzioni per l’azienda;