Charlie Gard, il dolore dei genitori: “Morirà perché non è ricco”

Il piccolo Charlie Gard “é tenuto in sostanza prigioniero dallo Stato e dal servizio sanitario nazionale britannico”. E’ durissima l’accusa di Alasdair Seton-Marsden, portavoce del papà e della mamma del bambino inglese di undici mesi afflitto da una rara e grave malattia a cui i medici del Great Ormond Street Hospital di Londra hanno chiesto nei mesi scorsi di staccare la spina contro il volere dei genitori.

“Se i Gard fossero ricchi, e non persone comuni, baby Charlie avrebbe già ottenuto la possibilità di essere sottoposto a una terapia alternativa come quella in via di sperimentazione negli Usa”, ha rincarato Seton-Mardsen, citato da SkyNews.

Proprio la possibilità di tentare la terapia americana sarà al centro di una missione chiave a Londra di Michi Hirano, professore di neurologia alla Columbia University di New York, che la sta mettendo a punto da qualche tempo.

La mamma di Charlie, Connie Yates, ha spiegato alle televisioni britanniche che esistono cinque medici, due inglesi, uno italiano, uno spagnolo e uno statunitense, secondo cui “esiste una possibilità su dieci di salvare Charlie dalla morte certa”.