In quel momento presidente della commissione Antimafia era Luciano Violante, in quei giorni Gian Carlo Caselli partì da Torino, dov’era presidente della Corte d’Assise d’Appello, e diventò procuratore di Palermo. Dopo qualche giorno dal suo arresto, Di Maggio venne consegnato agli uomini del Ros, comandati dall’allora capitano Ultimo, ai quali indicò la zona nella quale ricordava che abitasse Riina e la famiglia. Dopo qualche giorno di appostamenti, Di Maggio vide passare una Citroen di piccola
cilindrata con a bordo due uomini: “Quello al posto del passeggero è Totò Riina”, disse agli uomini del Ros. L’auto fu bloccata, un sottufficiale, nome in codice Arciere, aprì la portiera e fece scendere il boss dei boss, arrestandolo
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