Pangasio: anche Carrefour decide di non vendere il pesce che viene dal Vietnam. Cattiva reputazione per un prodotto nutrizionalmente povero ma sicuro

Pangasio: anche Carrefour decide di non vendere il pesce che viene dal Vietnam. Cattiva reputazione per un prodotto nutrizionalmente povero ma sicuro

Sì è vero, la catena di supermercati Carrefour ha deciso di non tenere più in assortimento le confezioni di pangasio. La decisione non è una novità, visto che altre catene come Coop lo hanno tolto da tempo, mentre Esselunga non lo ha mai proposto nei punti vendita. Il pesce venduto nei reparti pescheria e nell’area dei surgelati Carrefour (anche se non rientrava nell’assortimento dei prodotti a marchio), sarà a disposizione della clientela sino all’esaurimento delle scorte. La scelta della catena di supermercati francese non è legata a motivi di carattere igienico sanitario o qualitativo. La decisione è collegata al vissuto dei consumatori, che in Italia non hanno mai visto di buon occhio questo pesce di acqua dolce, estraneo alla nostra cultura gastronomica, allevato in Vietnam nell’area del fiume Mekong, . Le numerose analisi interne condotte sui campioni del prodotto importato non hanno mai evidenziato contaminazioni di tipo chimico o residui di antibiotici e di altri inquinanti o aspetti microbiologici. Qualcuno avanza l’ipotesi che le acque del Mekong non siano pulitissime, il fiume nasce in Cina e attraversa diversi Paesi del Sud-Est asiatico, un tempo prevalentemente agricoli, oggi sottoposti a una veloce industrializzazione. Per questo motivo il pesce è considerato un prodotto a rischio inquinamento, anche se le analisi di laboratorio non confermano i sospetti.


Questi risultati sono in linea con quanto riscontrato a livello Europeo dal Sistema di allerta rapido (Rasff) che ogni settimana segnala problemi nei confronti di partite di pesce spada, molluschi e altri tipi di prodotti ittici, mentre il pangasio raramente si trova nella lista. L’anno scorso su 154 segnalazioni totali al Rasff riguardanti i pesci, solo sette interessavano i filetti di pangasio (di cui tre casi in Italia) mentre 71 casi di cui 46 in Italia, interessavano il pesce spada, principalmente a causa dell’eccesso di mercurio. A dispetto delle evidenze la cattiva fama di un pesce tutt’ora molto impiegato nella ristorazione scolastica e collettiva è però una certezza anche per la cattiva stampa e le illazioni. Gli studi condotti qualche anno fa in Italia da Elena Orban dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti su 25 campioni di pangasio confermano questa tesi. Il pesce analizzato non ha mai superato i valori limite per metalli pesanti (piombo, mercurio, cadmio, arsenico), contaminanti ambientali (Pcb e pesticidi) e farmaci consentiti (sulfamidici e chinolonici), mentre sono risultati assenti i farmaci vietati dall’UE (cloramfenicolo o nitrofuranici)”.

pangasio
La criticità
del pesce riguarda gli aspetti nutrizionali perché risulta essere ricco di acqua e povero di proteine e grassi, in particolare degli acidi grassi omega-3 rispetto ai filetti di trota, salmone, orate e spigole di allevamento e selvagge, alici, sardine e altri pesci (2,5-7% contro il 20-38%, misurato sul totale degli acidi grassi). Questo aspetto va considerato con attenzione, perché l’importanza del consumo di pesce è legata alla presenza degli omega 3. Il pangasio ha però altri pregi come il sapore delicato che lo rendono appetibile per i bambini e in generale per tutte le persone non amano molto il pesce. L’ultimo elemento riguarda il prezzo interessante…

 

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