E’ durissima la denuncia di Donato Capece, il segretario generale del Sappe, Sindacato della Polizia Penitenziaria
“Ai detenuti 1.000 euro al mese” ma lo Stato non ha i soldi per la Polizia Penitenziaria
“Quasi mille euro al mese per ogni detenuto, più eventuale tredicesima e quattordicesima“.
Il segretario racconta ai mezzi di informazione che cosa accade nelle carceri italiane in un’intervista a “Il Giorno”, poi ripresa da molteplici testate nazionali
Viene sottolineando l’aumento di oltre 80% dello “stipendio” dei detenuti dal mese di ottobre.
In sintesi, un detenuto che lavora in carcere dovrebbe arrivare a guadagnare un salario medio di circa 7 euro all’ora.
“Praticamente quanto prende al mese un agente di polizia penitenziaria – ha detto Capece al Giorno – Solo che loro hanno vitto e alloggio pagato, gli agenti hanno sulle spalle mutui pesanti. È una vergogna di cui nessuno ha il coraggio di parlare”
Il problema è che pare che in qualche carcere, a qualche agente sia stato chiesto di pagare vitto o bollette.
Senza contare che gli agenti della Polizia Penitenziaria, che svolgono un lavoro delicatissimo anche a tutela dei detenuti stessi, hanno il contratto fermo da quasi dieci anni.
L’aspetto grottesco sottolineato dal segretario, è che per garantire una alternanza e la possibilità a tutti i detenuti di lavorare, ogni sei mesi chi è impiegato viene “lasciato a casa” e messo in cassa integrazione.
“Mentre allo Stato, ovvero a ogni italiano che paga le tasse, ogni detenuto costa al giorno circa 160 euro.
Quello stesso Stato che dice di non avere soldi per noi agenti e che dà pensioni da fame a chi ha lavorato una vita. Non ha alcun senso” ha concluso Donato Capece