Addio ‘spelacchio’, il Comune ammette: l’albero di Natale è ufficialmente secco

Addio ‘spelacchio’, il Comune ammette: l’albero di Natale è ufficialmente secco

“Non è vero che “Spelacchio” è un larice (è un abete rosso).

Non è vero che soffre perché ha poche radici (non ne ha proprio, è stato tagliato, non si può estirpare un albero così grande).”

e ancora “Non è vero che gli alberi di plastica sono più ecologici di quelli veri (produrli produce tanta CO2 quanto 6 milioni di km percorsi in auto).”

Non siete ancora contenti? “Non è vero che tagliare un abete è distruzione della natura (gli abbattimenti ben gestiti sono totalmente sostenibili)”

Però è vero che Spelacchio è morto.

Eh si. E’ ufficiale. Ciò che si vociferava da giorni, è diventato realtà: Spelacchio è morto.

Non è riuscito ad arrivare a Natale.

Stiamo parlando dell’abete usato come albero di Natale e per cui la giunta romana è da giorni sotto accusa e bersagliata da prese in giro,

tanto che i romani hanno voluto dare un nome a quel povero albero: appunto, Spelacchio.

Dunque, dal Comune il triste annuncio: l’abete è morto, l’ha fatta a sopravvivere. È seccato prima del Natale.

 

 

E qui interviene l’esperto, sentito da Repubblica. Si tratta di Ilario Cavada, esperto della Comunità della Valle di Fiemme, luogo di provenienza del povero Spelacchio

“L’abete rosso è partito da noi già morto, nel senso che come prassi gli sono state tagliate le radici essendo impossibile altrimenti il trasporto”.

“Quando è partito dalle nostre valli era in ottime condizioni, come dimostrato dalle foto. Qui è stato legato correttamente, una manovra necessaria per farlo entrare in un autoarticolato”

“Pur essendo di fatto morto l’albero è in grado di restare rigoglioso per un mese e mezzo o due, come sempre avvenuto – prosegue l’esperto –

garantendo lo scopo estetico per cui è stato messo in Piazza Venezia“.

Questa volta però, come abbiamo potuto constatare, qualche cosa è andato storto.
Infatti il gigantesco albero è seccato dopo appena un paio di settimane.

 

 

Escludo che sia seccato così in fretta per colpa del freddo, o, come detto da qualcuno, perchè avvelenato perchè non ci sono evidenti sintomi per avvalorare questa ipotesi”.

E qui l’esperto azzarda quindi un’ipotesi: qualche operazione sbagliata nella slegatura del povero albero?

“l’operazione di slegatura della pianta – dice l’esperto – è di estrema delicatezza perchè c’è il rischio di rottura dei rami. Ecco, a mio giudizio, e senza accusare nessuno, la causa di quel che è successo va ricercata in questa fase”.

Il mistero continua

Vi terremo aggiornati