Abusava del compagno di cella: “30 volte in un mese”. Ma lui si difende “Mi sono innamorato di lui”
Le presunte violenze sarebbero avvenute nel carcere di Prato tra dicembre e gennaio scorsi.
Il 43enne marocchino accusato ha ammesso tutto, rivelando però di averlo fatto perché “innamorato” del compagno di cella, un 35enne cinese. Quest’ultimo però dà una versione totalmente opposta.
Avrebbe approfittato di lui numerose volte, una al giorno forse, trenta in un mese.
E’ la vicenda raccontata da un detenuto cinese 35enne, preso di mira dal compagno di cella marocchino, che però si giustifica dicendo di essersi innamorato.
I fatti si sarebbero verificati nel carcere di Prato, ai danni di un cinese 35enne. Tutti e due, casualmente, finiti in carcere per il medesimo motivo. Abusi.
Il marocchino avrebbe dovuto scontare la pena definitiva, mentre il cinese sarebbe finito dietro le sbarre perchè accusato di aver abusato della figlia.
I due carcerati sono comparsi in tribunale per le indagini, dopo la denuncia, le versioni sono discordanti.
“I rapporti erano consenzienti. Io lo amavo, l’ho anche baciato”, sostiene il marocchino, come riporta anche il quotidiano La Nazione.
Per giustificar fatti però, il marocchino si è detto anche molto geloso di lui.
“Di tutt’altro avviso la tesi sostenuta dal cinese che – scrive Fanpage – invece, ha raccontato delle violenze subite contro la sua volontà e la paura di quest’uomo molto più grande: “provavo dolore durante i rapporti, piangevo per la paura”.
Alla fine la presunta vittima avrebbe trovato il coraggio di confidarsi con un agente della polizia penitenziaria e con un altro detenuto.
Da lì è partita l’inchiesta e il 35enne, sottoposto a perizie mediche, è risultato essere stato effettivamente vittima di violenze avvenute tra la fine di dicembre 2016 e il gennaio di quest’anno in carcere.
Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo dal sostituto Antonio Sangermano, poi passato a Laura Canovai.
Nel frattempo il cinese è stato trasferito al carcere di Sollicciano.