“Sangue nel pannolino e sul sedere”. Violenta la figlia di 13 mesi e la uccide: ne esce libero
Avrebbe stuprato la sua bambina fino ad ucciderla, ma Paul Worthington è riuscito salvarsi per insufficienza di prove a causa, sembra, di indagini svolte superficialmente.
Ora la Corte Suprema – racconta fanpage – ha aperta una nuova inchiesta e i particolari emersi sulla morte della bimba sono assolutamente sconvolgenti.
L’episodio risale al 2012, la figlia di Worthington aveva poco più di un anno.
Siamo in Gran Bretagna
Titolare delle indagini era l’ispettore di polizia Amanda Sadler che durante il processo parrebbe aver dichiarato di non aver mai avuto alcuna esperienza pregressa rispetto ad omicidi di quel genere
dettaglio che avrebbe portato la locale polizia a danneggiare ogni elemento di prova in favore di un processo adeguato.
Il papà della bambina, regolarmente interrogato, si è sempre rifiutato di spiegare come il proprio DNA fosse finito sulle parti intime della bambina, in particolare nella zona lombare e sui glutei ed ancora, come mai la bambina presentasse ferite e sanguinamento nelle stesse zone.
Ma gli errori e le ingenuità della polizia, riportano i quotidiani locali, sarebbero tanti e pesantissimi.
Nessuna analisi tecnico, scientifica e forense pervenuta dai laboratori, elementi di prova mai catalogati nè prelevati come ad esempio lenzuola e vestiti. Analisi sul corpicino effettuati con ritardo.
Nessun sequestro né esame nel computer del presunto assassino. Proprio in seguito a questi pessimi risultati, il sottufficiale si è congedato lo scorso 2016
Nel frattempo ricominciata una nuova inchiesta da parte della Corte Suprema, il padre avrebbe se la sarebbe a questo punto cavata
Sarah McQuiston, l’infermiera intervenuta al momento della scoperta delle violenze e che prese in braccio la bimba prima di portarla al pronto soccorso,
aveva detto di aver notato una condizione di salute pessima già pregressa “molle, fredda, blu e aveva un’emorragia”, il sangue era rosso vivo “gocciolava sulle gambe, non aveva il pannolino” e il “pancino era molto gonfio”.
Anche il medico che l’aveva visitata all’arrivo in ospedale, aveva dichiarato le stesse cose”
“Mai visto un episodio del genere nella mia professione” aveva infine dichiarato il medico.
Nel frattempo, la corte va avanti nel tentativo di incriminar l’uomo in ulteriore grado di giudizio