Flagello influenzale, non si salva neanche chi si era vaccinato
Scoperto il responsabile dei contagi da record dell’influenza di quest’anno.
L’#Influenza 2018 ha superato il picco ma il pericolo non è ancora scongiurato e sono migliaia gli italiani a letto a causa del temibile virus
Solo una parte delle dosi distribuite dalle Usl agli assistiti prevedeva il ceppo Yamagata B, al momento il più virulento
E’ quanto ci arriva dal Veneto, ma vale circa per tutta italia
Si chiama Yamagata B il colpevole dell’incremento di persone colpite dal virus influenzale di quest’anno.
È il quarto ceppo, non previsto forse del tutto dal Ministero della Salute, e che solo in parte è stato inserito nei vaccini della campagna antinfluenzale di ottobre e novembre.
Una brutta sorpresa per molte persone che, pur vaccinandosi entro fine anno, si stanno ritrovando a letto con febbre alta e problemi alle vie respiratorie.
Secondo l’ultimo rapporto Influnet sull’epidemia stagionale è possibile stimare una stagione da record per gli ammalati:
si teme che a fine stagione si possa arrivare a 8 milioni di italiani colpiti dall’influenza, un numero importante visto che l’anno scorso e quello prima la cifra non aveva superato i 5/6 milioni.
Il picco è appena passato ma l’influenza continuerà a colpire anche a febbraio e marzo con numeri di contagiati sempre minori.
L’Istituto Superiore di Sanità ha segnalato 60 morti e 7 casi gravi tra donne in gravidanza, un vero e proprio bollettino di guerra.
“Non è una variante, ma un ceppo che non avevamo mai visto negli anni passati con questa incidenza” ha spiegato la dottoressa Lorena Gottardello a La Nuova Venezia.
“Quest’anno nessuno si aspettava che ricomparisse, ed è il motivo per il quale in tutta Italia, non solo in Veneto, stiamo avendo un numero maggiore di persone colpite dal virus.
Un virus in linea con quelli precedenti, sotto il profilo dei sintomi, ma che colpisce più persone perché anche parte della fetta di popolazione vaccinata non ne è immune“.
Nella prima fase dell’epidemia influenzale, iniziata tra novembre e dicembre scorsi, a colpire maggiormente la cittadinanza sono stati i due ceppi di tipo A previsti dal Ministero della Salute e inseriti nei vaccini distribuiti alle Regioni.
Poi sono subentrati i due ceppi di tipo B con maggiore incidenza, ma lo Yamagata non c’era nei vaccini.
O meglio, solo in una parte. “Le previsioni spettano al ministero, non alle aziende sanitarie“, ha sottolineato la dottoressa Gottardello.