“Ho investito un animale”: la pirata smascherata dalla mamma
E la svolta è clamorosa: una tempestiva chiamata al 118 avrebbe potuto salvargli la vita
Aveva solo 18 anni Ihab Abou El Seoud e ne avrebbe compiuti 19 a Luglio, italiano da papà egiziano e mamma marocchina, ma Sabato notte è morto, abbandonato in un fossato dopo essere stato vittima di un investimento ad appena 500 metri da casa.
il ragazzo infatti è stato travolto da un’auto pirata guidata, si è scoperto in seguito, da una sua coetanea attorno alle 23 lungo via Gattoeo a Piombino Dese, in provincia di Padova.
Il ragazzo stava facendo ritorno a casa in bicicletta a Piombino Dese, in via Malcanton.
dopo aver concluso il turno di lavoro al ristorante Baracca di Trebaseleghe, quando alle sue spalle è sopraggiunta un’auto, che in un secondo momento si scoprirà essere una Mercedes Classe A, che l’ha tamponato violentemente, scaraventandolo nel fossato.
L’investitrice, E.M., 19 anni, residente a Trebaseleghe, non si è fermata a soccorrere il ragazzo ed è fuggita.
Solo il giorno dopo, spinta probabilmente da sua madre che aveva scoperto cosa era realmente accaduto nonostante la figlia ripetesse di avere investito un animale, si è presentata in caserma.
A rendere ancora più tragica la vicenda è la notizia, dopo esame autoptico, che probabilmente Ihab Abou El Seoud respirava ancora quando è stato sbalzato nel fosso.
Secondo il corriere infatti sta prendendo una svolta clamorosa l’indagine sul sinistro.
Esami autoptici più approfonditi – scrive il correire – avrebbero fatto emergere che all’interno dei polmoni del ragazzo vi sarebbe stata dell’acqua, il che sta a significare che al momento della caduta nel fiumiciattolo Ihab respirava ancora.
Una versione che, se confermata, ribalterebbe l’ipotesi secondo cui il 18enne sia morto sul colpo e che era stata accreditata in un primo momento vista la compatibilità dei traumi sul corpo del ragazzo.
L’esame condotto dal dottor Guido Viel dunque va ad aggravare la posizione della 19enne di Trebaseleghe che l’ha investito e che non si è fermata dopo l’incidente.
Un’eventuale e tempestiva chiamata al 118 avrebbe potuto quindi salvargli la vita.
Sarwat Abou El Seoud, padre del ragazzo, sui social network e attraverso diverse dichiarazioni alla stampa locale ha sempre sostenuto che il figlio non sarebbe morto per l’urto causato dalla vettura, ma per le conseguenze della lunga permanenza nel fosso.