“Siamo stati per circa un’ora abbracciati sull’auto, mio figlio continuava a ripetermi che non voleva morire (…)
Abbiamo visto due luci in lontananza di un camion ma non si è fermato.
Poco dopo invece sono arrivati i nostri salvatori. Due camionisti, avranno avuto 50 e 30 anni,
dalla parlata sembravano campani, si sono fermati richiamati dalle mie urla e dai miei gesti.
Hanno aperto lo sportello del loro camion ed hanno afferrato prima Giuseppe e poi me.
Nel frattempo mio marito era riuscito a raggiungere da una strada secondaria il bivio di Curinga, e li ci siamo fatti lasciare dai nostri salvatori;
anzi vorrei tanto ringraziarli dalle pagine del giornale perché presa dal panico non ho chiesto loro nemmeno i nomi. Gli dobbiamo la vita”.