Pace Fiscale: il condono IMU, TASI e imposta rifiuti

Non c’è solo il bollo auto nella nuova sanatoria fiscale approvata dal Governo. A non dover pagare, neanche una minima percentuale, sono anche i contribuenti che, tra il 2000 e il 2010, hanno accumulato debiti per imposte sulla casa: Ici e l’imposta sui rifiuti.

A farlo sapere è sempre l’esecutivo che ha appena approvato il condono totale sugli importi iscritti a ruolo di valore non superiore a mille euro. Dieci anni di debiti cancellati in un sol colpo, anche se il creditore non è l’Erario o Agenzia Entrate Riscossione ma un Agente della riscossione locale.
Ci saranno anche Imu, Tasi e la tanto odiata Tari? Si tratta di imposte introdotte tra il 2011 e il 2012, per cui non potranno rientrare nel condono.

Si tratta non di una rottamazione, ma di un vero e proprio condono fiscale che tocca tutti, contribuenti in buona fede e in malafede, quelli con difficoltà economiche e quelli invece benestanti.

La cosiddetta pace fiscale raccoglie, al suo interno, ben sei diverse vie. Tra queste c’è il saldo e stralcio col fisco (con pagamento tra il 6%, il 10% e il 25% del debito) per chi dimostrerà di trovarsi in difficoltà economica (situazione attestata dall’Isee). C’è poi la rottamazione ter, che è la prosecuzione della precedente rottamazione approvata da Renzi ma con un termine più ampio per il pagamento. C’è poi la rottamazione delle liti pendenti (anche questa sulla falsa riga della precedente). E c’è il condono tombale di tutti i debiti fino a mille euro accumulati tra il 2000 e il 2010; quest’ultimo scatta in automatico al 31 dicembre senza bisogno di attività o istanze da parte del contribuente. Sarà l’Esattore stesso a mandare al macero tutte le cartelle esattoriali entro tale tetto.

I contribuenti, già dopo la legge del Parlamento di approvazione del decreto fiscale, dovrebbero veder cancellati i loro debiti. Tra questi vi rientrano tutti quelli di basso importo come il bollo auto, multe e spazzatura. Ma c’è spazio anche per le vecchie imposte sulla casa, che oggi si chiamano Imu e Tasi ma che un tempo erano la Tia e l‘Ici.

Il condono
Per la verifica della soglia massima, che come abbiamo detto è di mille euro, dovranno essere computati non soltanto gli importi iscritti a ruolo (tasse, contributi, multe stradali), ma anche gli interessi per ritardata iscrizione e le sanzioni. Essenziale tuttavia che le partite debitorie siano state poste in riscossione tra il 1° gennaio 2001 e il 31 dicembre 2010.

L’Esattore dovrà quindi trasmettere ai singoli enti creditori l’elenco delle partite oggetto di discarico, attraverso appositi flussi telematici da effettuare secondo le regole del decreto Mef 15 giugno 2015.

Rientro nel condono?
Il contribuente che vuol, sin d’ora, accertarsi se rientra o meno nel perimetro del condono deve recuperare le vecchie cartelle di pagamento che gli sono state notificate, a prescindere se spedite da Equitalia, Agenzia Entrate Riscossione o dall’esattore locale. Sfogliando le buste, troverà quella contenente l’elenco delle causali e degli importi dovuti. Nel dettaglio si trova un campo che specifica la data di iscrizione a ruolo. Se l’anno rientra tra il 2000 e il 2010 la cartella si dovrà ritenere annullata in automatico. Significa che non bisognerà presentare una domanda come per la rottamazione, né si deve pagare un importo minimo per ottenere lo sgravio: sarà già l’agente della riscossione a cancellare il debito.

Ma lo farà solo nel momento in cui la legge di bilancio sarà approvata ossia entro la fine del 2018.