Quello che abbiamo vissuto è stato un processo pubblico, siamo stati messi alla gogna sulla pubblica piazza, dove tutto ciò che riguardava il nostro caso è stato puntualmente rivelato. Da carceriere a (in un certo qual modo) carcerato, Nicola Minichini ha vissuto, malgrado l’innocenza, come un animale braccato, condannato, prima ancora che dai tribunali che lo avrebbero poi assolto, dai media che gli hanno cucito sulla pelle lo stigma del mostro.
Continua a leggere l’articolo sul sito della PoliziaPenitenziaria