“Mi sai dire se il collega è stato investito?” – attimi di silenzio – “Sono Yuri, la 8. Sono stato colpito con coltello. Perdo parecchio sangue per cortesia”
E’ questo parte del contenuto dell’audio da brividi del poliziotto ferito con diverse coltellate al petto a Roma, in zona tor bella monaca, durante una lite famigliare e ricoverato in gravi condizioni in ospedale.
Un passo indietro. Pieno pomeriggio su Roma, Tor Bella Monaca. Una pattuglia giunge sul posto indicata dalla sala operativa 113 e gli agenti trovano un uomo reso responsabile di violenze fisiche verso una donna: sono marito e moglie.
L’uomo, nel tentativo di fuggire, non esita ad estrarre un coltello e colpire ripetutamente uno dei poliziotti.
Ferito gravemente, l’agente viene trasportato dai colleghi stessi, su un mezzo della Polizia, al policlinico. Ora si trova ricoverato all’umberto I.
Dagli accertamenti sull’aggressore, è emerso trattarsi di un pregiudicato 50enne. Il figlio era morto nel 2016 durante un inseguimento con la Polizia. Prendendo in contromano una rampa, il ragazzo era andato a schiantarsi contro un’autovettura.
Un quesito interessante lo propone il BLOG PAROLE IN GIACCA BLU
“Ancora una lama, ancora a Roma, l’ultima volta il collega si salvò grazie a un giubbotto sottocamicia, indossabile quindi per tutto l’arco del turno di servizio comodamente, comprato con personali rinunce (…) si ripropone quindi l’annosa questione delle dotazioni (…)
Non è certo accettabile due gravi aggressioni all’arma bianca, a Roma, dove uno si salva grazie a San Michele e l’altro grazie a una protezione comprata in proprio.”