Un esempio rassicurante è “la prima grande risposta a un virus potenzialmente pandemico” messa in atto che contro la Sars dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per fermare l’epidemia. “Deve rassicurare – prosegue – che già 17 anni fa esisteva un sistema per rispondere alle minacce, tanto più efficace quanto più precocemente si identificano i primi casi”. Alla luce di quella lezione, osserva, si sa che “il più grande fattore di rischio è la movimentazione delle persone al manifestarsi dei primi sintomi”. Ma per calcolarlo “dobbiamo aspettare i dati ufficiali dalla Cina e dalle organizzazioni che stanno studiando la situazione”.
Quanto all’animale in cui il virus si è ricombinato, per Capua “è molto poco verosimile che l’infezione arrivi da un pesce o da un animale acquatico ed è più probabile che si tratti di animali che non consumiamo, come lo zibetto nel caso della Sars”.
A favorire il passaggio dai pipistrelli ad ambienti urbanizzati sono le modificazioni dell’ambiente: basti pensare che nel 2014 una delle cause di Ebola 2014 è stato un disboscamento massiccio in Guinea, dove la foresta è stata sostituita con coltivazioni arboree industriali.
I tempi di incubazione, infine, potrebbero essere confrontabili a quelli più comuni per i virus, compresi fra 4 e 12 giorni.