Alla domanda dei poliziotti sul perché in auto fossero in quattro in auto(tutta la famiglia), la mamma ha spiegato che, essendo lei neopatentata non se la sentiva di accompagnare sua figlia che da poco ha subito il trapianto, da Grosseto a Pisa e ritorno, in auto da sola. La motivazione però non è bastata a scongiurare la multa.
A proposito di questo episodio che ha alimentato polemiche sul web
Scrive la giornalista Chiara Giannini sulla sua pagina facebook “Riguardo alla famiglia multata perché portava in ospedale la figlia malata, dal Dipartimento della pubblica sicurezza a Roma mi fanno sapere che è stata già contattata dalla dirigente del compartimento Toscana per avviare la procedura di ricorso e di annullamento della contravvenzione.
Sono anche state avviate iniziative di vicinanza nei confronti della famiglia da parte della polizia stradale.
Questa è la polizia che ci piace!”
SPERIAMO SIA DAVVERO COSI! Attendiamo ulteriori notizie.
La vicenda
Stavano portando in auto la loro figlia di 8 anni da Grosseto a Pisa per una visita di controllo dopo un trapianto di midollo osseo, quando una pattuglia della polizia stradale li ha fermati. E per gli agenti il motivo del viaggio, evidentemente, non è risultato sufficiente a giustificare lo spostamento.
Così i poliziotti li hanno sanzionati con una multa da 533 euro per il mancato rispetto delle normative anti contagio da coronavirus. L’episodio è accaduto non lontano da Livorno.
Involontaria protagonista una coppia di Grosseto che stava accompagnando la bimba – accompagnata anche dal fratellino – all’ospedale a Pisa dove, appunto, era in programma una visita di controllo prevista dopo un trapianto avvenuto la scorsa estate per curare una leucemia mieloide acuta.
“La madre non se la sentiva di guidare perché è neopatentata – racconta il padre in un filmato su Facebook che ha fatto migliaia di visualizzazioni – e la bimba vuole la mamma quando entra nel reparto di ospedale. Ecco perché eravamo tutti insieme. Ho spiegato questo alle forze di polizia che mi hanno fermato ma non c’è stato nulla da fare, hanno multato lo stesso”.
Tra l’altro, precisa il genitore, “siamo tutti negativi al Coronavirus, viviamo insieme e tutti siamo stati sottoposti a tampone proprio per la patologia di mia figlia”, come categoria fragile dove un eventuale cluster familiare da Covid potrebbe causare seri danni.
“Sono in cassa integrazione – racconta ancora il padre – e questo mese ho riscosso 590 euro, quasi quanto la multa. Quello che ci è accaduto ha dell’incredibile. Siamo stati trattati peggio dei ladri”.
A denunciare l’episodio è stato l’avvocato Simone Falconi che ha preannunciato ricorso spiegando che segnalerà l’episodio anche ai questori di Grosseto e Livorno e al prefetto di Grosseto affinché siano messi al corrente dell’accaduto. (fonte AGI)