Al nord la sua letalità è diventata maggiore, ma anche al sud i cittadini hanno sviluppato gli anticorpi
L’ipotesi nei primi giorni dell’emergenza in Cina, con l’aumento esponenziale dei casi, era che l’epidemia di quello che era un nuovo coronavirus fosse iniziata a metà dicembre.
Invece uno studio italiano, realizzato dai ricercatori ell’università Statale di Milano, dimostra che la circolazione di Sars CoV2 che provoca la malattia Covid 19 deve essere retrodata e “può essere collocata tra la seconda metà di ottobre e la prima metà di novembre 2019, quindi alcune settimane prima rispetto ai primi casi di polmonite identificati”.
La diffusioni di quelle polmoniti anomale in Cina è iniziata molto prima di quanto prima si pensasse. La ricerca è stata appena accettata per la pubblicazione sul Journal of Medical Virology e i risultati sono già stati inviati dalla rivista all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Secondo una ricerca condotta dal team di una società Usa con sede a Bitono, invece, il 35 per cento della popolazione è entrata in contatto con il Covid-19 a partire da ottobre, da quando il virus era già in circolo in Italia. Al nord la sua letalità è diventata maggiore, ma anche al sud i cittadini hanno sviluppato gli anticorpi.
“Almeno un italiano su tre è già entrato in contatto con il virus. Anche al Sud si registrano percentuali molto alte”: è quanto emerso dallo studio sulla diffusione del Coronavirus condotto da un team di ricercatori e medici del Meleam spa – società di proprietà statunitense con una sede anche a Bitonto – e di cui parla lunedì 20 aprile, La Stampa, ripresa dal quotidiano TPI. Pasquale Maria Bacco, – amministratore delegato della società, medico e co-autore della ricerca.
“Noi stessi ci siamo sorpresi. Oltre al nostro test, ne abbiamo utilizzato uno cinese e uno statunitense. Stessi risultati e nessuno li ha mai smentiti. Su un campione di 100 persone, a Napoli 38 erano positive e a Bari 36. La verità scientifica è questa. Poi se questi dati non devono emergere e si vogliono raccontare altre verità, è un discorso diverso”.
Per Bacco è impossibile che il 90 per cento degli italiani sia ancora estranea al virus
“Per noi che studiamo la microbiologia, è folle. Significa negare l’elemento caratterizzante, e cioè la forte propagazione”. Nella ricerca di anticorpi sono state coinvolte oltre 5mila persone sane, divise per regioni, sesso, età – spiega TPI.
“È il classico prelievo di una goccia di sangue dal polpastrello. Sono emersi picchi del 50 per cento: una persona su due manifestava anticorpi. Una conferma della capacità di infettare del Coronavirus e di essere prevalentemente asintomatico. Indagando sugli anticorpi, abbiamo scoperto quanto fossero datati. Ecco perché il nostro studio è insidioso: il virus era in Italia da ottobre. Le famose polmoniti da legionella erano già da Coronavirus, ma non di questo”.
Il virus, circolato anche al Sud, avrebbe trovato il clima ideale al Nord, e si sarebbe modificato per diventare più aggressivo.