Secondo il professore, “per liberarci completamente dal virus dovremmo avere un vaccino. Sappiamo che ci sono vari studi di vaccini messi in campo, con potenzialità diverse. Il problema di questo vaccino è che non sappiamo se produrrà degli anticorpi immunizzanti o meno. Io ritengo che ad oggi noi dovremmo puntare su altre cose. Ecco, su quello che abbiamo detto. Le terapie immediate e la medicina sul territorio. Non credo sia così indispensabile tra un anno o un anno e mezzo questo vaccino. Poi, qualora ci fosse questa opportunità, ben venga”.
“Solo le vaccinazioni – prosegue Le Foche – riescono a far scomparire del tutto i virus dalla faccia della terra. Però se questo virus si comporta come la sars è destinato a scomparire. Essendo questo un coronavirus per l’ottanta percento identico a quello della sars dovrebbe aver avuto una fase pandemica che adesso si sta spegnendo. Sono ottimista e il mio ottimismo è basato sulla scienza”.
Le Foche spiega poi che l’importanza della “salute pubblica che deve essere fatta sul territorio. Questo virus ci ha permesso di rivalutare meglio questo aspetto, ora c’è un rinascimento della sanità pubblica, si acquisiranno di nuovo delle valutazioni che avevamo un po’ perso. Tagli alla sanità e riduzione di personale e fondi hanno indotto a ridurre anche la medicina del territorio. Ora lo sappiamo. Riorganizzeremo la medicina del territorio, perché questo, lo ripeto, è un virus che non deve arrivare in ospedale.